Pubblicato da: max | febbraio 13, 2016

Attesa

lattesa

L’attesa è un incantesimo: io ho avuto l’ordine di non muovermi.
L’attesa di una telefonata si va intessendo di una rete di piccoli divieti, all’infinito, fino alla vergogna…
proibisco a me stesso di uscire dalla stanza, di andare al gabinetto, addirittura di telefonare (per non tenere occupato l’apparecchio):
per la stessa ragione io soffro se qualcuno mi telefona..
l’idea di dover uscire tra poco, correndo così il rischio di essere assente al momento dell’eventuale chiamata riconfortante, del ritorno della madre, mi tormenta.
Tutti questi diversivi sono dei momenti perduti per l’attesa, delle impurità d’angoscia, poiché, nella sua purezza, l’angoscia dell’attesa esige che io me ne stia seduto in una poltrona con il telefono a portata di mano.. senza far niente.

Roland Barthes da “Frammenti di un discorso amoroso” – Einaudi ed.

In sottofondo: “Waiting In Vain” – Annie Lennox


Risposte

  1. L’angoscia dell’attesa può rubare la vita …

    • E’ vero …. ma io ho avuto l’ordine di non muovermi … ho il telefono a portata di mano sempre e, se non ci metterà tanto, l’aspettero tutta la vita. 🙂 🙂 … che non sia invano però

      • Sono le attese vane quelle che rubano la vita. Ma non lo sappiamo a priori (quasi mai) se ne vale la pena attendere. Comunque, ti auguro di cuore che il tuo telefono squilli presto 🙂

    • sai quale potrebbe essere la cosa buffa? …. Chi farà il primo passo? chi romperà per primo il silenzio? … ecco che l’attesa oltre a diventare vana, diventa pure paradossale….

      • Bisognerebbe mettere da parte l’orgoglio …e buttarsi…


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